LA VOCE DEI PRECARI

Associazione Istruzione Unita Scuola

giovedì 22 aprile 2010

Tagli alla scuola, gli amministratori locali si rivolgono al Ministero


Ravenna
Gli assessori comunali e l'assessore (foto)provinciale all'istruzione e ai servizi educativi della provincia riuniti per discutere dell'offerta educativa del prossimo anno scolastico, esprimono forte preoccupazione per ciò che determineranno gli ulteriori tagli al personale della scuola.

Nella nostra provincia c'è un ulteriore aumento della popolazione scolastica. Le famiglie chiedono più tempo pieno e tempo prolungato. Il Ministero dell'istruzione prevede un taglio complessivo dei docenti del 3% al quale si aggiunge un ulteriore taglio del personale ATA (bidelli e amministrativi).
Questo taglio si somma a quello delle risorse finanziarie e ai crediti pregressi che le scuole anno nei confronti del Ministero.
Nella scuola primaria e di primo grado, nelle classi prime a settembre prossimo ci saranno 491 alunni in più a fronte di un taglio previsto di 40 docenti e altri 62 docenti in meno nella scuola secondaria di secondo grado
Le famiglie che chiedono il tempo pieno aggiuntivo sono 194 e la richiesta di tempo prolungato aumenta del 14%.
Nella scuola dell'infanzia statale ad oggi c'è una lista di attesa di 176 bambini che non potranno essere accolti perché il Ministero dell'istruzione prevede che in questa regione siano confermati i posti dati nell'a.s.2008/2009, tanto è vero che delle 6 nuove sezioni e degli 11 completamenti chiesti l'anno scorso se ne sono fatti carico i comuni.
Per il prossimo anno scolastico occorrono ulteriori 9 sezioni e 11 completamenti per complessivi 29 posti docente in più.
Già i tagli al personale fatti nell'a.s.2009/2010 hanno ridotto il tempo scuola, hanno ridotto le attività laboratoriali, hanno reso più difficile l'accoglienza e il supporto ai tanti bisogni speciali degli alunni, rendendo la scuola pubblica più povera e più iniqua, riversando sui comuni compiti e oneri che sono dello Stato. Questi ulteriori tagli incideranno pesantemente sul diritto allo studio e all'apprendimento di molti oltre che mettere in seria difficoltà le famiglie.
I tagli lineari non tengono conto che in questa regione l'aumento della popolazione scolastica è del 2%, il più alto a livello nazionale, come pure il rapporto alunni docenti, per ogni docente ci sono in media11,8 alunni rispetto alla media nazionale di 11.
Si consideri, inoltre, che la media nazionale di alunni per classe nell'a.s.2009/2010 è di 20,78 mentre nella nostra regione è di 21,75 ed è destinata ad aumentare ulteriormente in virtù di classi con 28/30 alunni.

"Se a questo si aggiunge - dichiara Nadia Simoni, assessore provinciale all'istruzione - che in questa regione, come nella nostra provincia, è avvenuta una seria riorganizzazione della rete scolastica. e che l'investimento in istruzione dello Stato fatto in Emilia-Romagna è il più basso mentre quello degli enti locali è il più alto in assoluto, diventa davvero inaccettabile che si persegua nella logica dei tagli indiscriminati sapendo che si colpisce la nostra scuola pubblica quella che peraltro per qualità è paragonabile alle migliori scuole europee.

Gli amministratori locali della provincia di Ravenna chiedono al Ministero dell'istruzione e al Ministero Economia e Finanza che non si proceda con i tagli previsti, che nella programmazione e determinazione delle risorse statali, avendo esse stretta connessione con la programmazione dell'offerta formativa, vengano coinvolte le Regioni e gli enti locali ridefinendo i criteri di assegnazione delle dotazioni organiche, tenendo conto anche delle diverse realtà territoriali".
Ripreso da Ravennanotizie.it

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